La scuola superiore Hannah Arendt di Bolzano è situata nel centro della città storica inserita all’interno dell’Ex Convento dei frati Cappucini, un complesso sottoposto a tutela storico-artistica.
L’ampliamento nasce dall’esigenza di realizzare undici nuove aule e quattro laboratori per adeguare la scuola per le professioni sociali “Hannah Arendt”, realizzata nel 2000, alle richieste di iscrizioni di studenti, ormai giunti oltre quota seicento.
La soluzione progettuale adottata interessa un’area a verde, il giardino esterno della scuola, posto tra il convento e il muro di cinta, un’area in passato riservata alla coltivazione, con una architettura ipogea, la prima utilizzata per una scuola in Italia.
Quattro piani sottoterra, per una altezza complessiva di 17 metri di profondità, scavati dopo aver consolidato il perimetro con micropali, una struttura portante in calcestruzzo armato e, soprattutto, una serie di soluzioni per ovviare ai quattro problemi principali del vivere sottoterra: luce, senso di claustrofobia, ventilazione e umidità.
La chiave dell'intervento è costituita da un ampio lucernario e dalle pareti vetrate che avvolgono tutti i locali: cinque aule nei primi due piani, quattro laboratori nel terzo interrato e i locali tecnici nel quarto.
La sensazione diffusa è quella di un luogo vivibile e rilassante che ben si adatta alle esigenze didattiche con una luminosità ideale anche per aule didattiche si affacciano su una corte interna spaziosa e destinata ad “agorà” che funge da pozzo di luce.
La vivibilità interna, la visibilità all’esterno e la luce naturale sono garantiti da una serie di accorgimenti progettuali: oltre alla grande corte centrale, coperta da una vetrata, un cavedio-giardino aperto che dà luce ed aria ai laboratori, un piccolo giardino d'inverno interno alla struttura e una serie di tagli nel giardino di copertura (lucernari a filo), nonché l’inserimento di una serie di camini solari in modo da trasmettere la luce naturale in tutte le zone dell’edificio.
Una serie di tracciati murari, ripresi dai vicini scavi archeologici, diventano i generatori dei nuovi spazi illuminati anche attraverso camini solari che distribuiscono la luce in modo uniforme mentre la ventilazione è garantita da un ricambio d'aria programmata.
L’accesso allo spazio ipogeo è enfatizzato dalla vistosa emergenza di una parete nera, che si stacca dalle preesistenze attraverso ampie vetrate che illuminano il sistema interno di risalite, capace di collegare l’ampliamento alla vecchia scuola attraverso la prosecuzione del corridoio distributivo esistente.
È questa una operazione ed anche una occasione per riflettere sul consumo del suolo evitando soluzioni invasive che non turbino il contesto, con la capacità di trasformare uno spazio da contenente a contenuto e di stabilire un rapporto ideale con la terra che lo racchiude.
Location: Bolzano, Italy
Architect: Claudio Lucchin & Architetti Associati (CL/aa)
Project manager:Nicoletta Francato (Provincia di Bolzano)
Structures: Herbert Mayer
Mechanical engineering: Marina Bolzan
Electrical engineering: Reinhard Thaler
Security coordination: Roberto D'Ambrogio
Head of Department:Maurizio Patat (Provincia di Bolzano)
Head of office:Domenico Cramarossa (Provincia di Bolzano)
Area: 950 square metres
Volume: 10,900 cubic metres
Usable area: 2,030 square metres
Year: 2013
Client:Provincia Autonoma di Bolzano
Photo: Courtesy of Claudio Lucchin & Architetti Associati