Il progetto Brin 69, nell’area industriale della Ex Mecfond, è uno dei maggiori interventi di riconversione delle aree industriali dismesse del Mezzogiorno e rappresenta uno dei cardini del piano dei “Grandi Progetti” della città di Napoli.
Insieme ad altri 16 progetti, Brin 69 va ad inserirsi in quell’ambizioso programma di riconversione di una parte cospicua della città, che interessa complessivamente circa 200 ha e quasi 450.000 abitanti, avviata con un comitato promotore formato da imprenditori, denominato appunto NaplEST, con un investimento totale di 2,3 milioni di euro interamente privato, il più grande intervento di riqualificazione urbana d'Europa gestito da privati.
Un piano che si sviluppa sul principio organico dell’“agopuntura urbana” con l’intento di riqualificare aree sensibili della città per guarire l’organismo urbano malato andando a sostituire luoghi di degrado con una mixité sia funzionale che sociale mescolando le funzioni abitative, con quelle del lavoro, del consumo, del tempo libero, contrastando la monofunzionalità tipica delle periferie urbane.
Nel caso specifico del Brin 69, un ex opificio di inizio ‘900 per la produzione metallica manifatturiera, presenta caratteristiche peculiari per le dimensioni, con una lunghezza di 250 metri che ne fa uno degli edifici più lunghi della città e più lungo del Palazzo Reale (169 metri) con una volumetria di oltre 110.000 mc, per la sua ubicazione, a poca distanza dalla Stazione Centrale e allo svincolo della A3 su Via Galileo Ferraris, ed infine per le sue valenze paesaggistiche, con la testa rivolta al mare e l’altra verso la città e le pendici del Vesuvio.
L’obiettivo del progetto è quello di restituire alla città un edificio, che una volta era periferico e oggi lambisce il centro, realizzando una “fabbrica della creatività” un luogo di lavoro coerente con la contemporaneità preservando e valorizzando tutte le potenzialità che presenta come manufatto edilizio, vocazionalità urbane e paesaggistiche.
Partendo dal rispetto dell’impianto geometrico rigoroso della grande ex fabbrica, il progetto crea nuove percezioni sia all’esterno, con volumi trasparenti verso la città storica e pieni verso quella industriale con una scansione ritmica che gli conferisce dinamicità, e all’interno con un grande spazio centrale con verde con una galleria a cielo aperto.
Il rapporto interno e esterno viene ribaltato creando uno spazio funzionale a creare internamente un giardino naturale di 1000 m2 non solo ornamentale ma per creare un microclima sano, laddove si produceva inquinamento e smog, attraverso l’impiego di piante a foglia larga e alberi d’alto fusto che sono in grado di assorbire sostanze tossiche ed inquinanti.
Un ambiente naturale realizzato con un giardino pensile con alberi d’alto fusto piantati nel terreno, con vasche sono profonde un metro, dove la presenza di acqua, di luce e di ventilazione naturali assicurano un microclima salubre in quel che è stato un simbolo dell’inquinamento della periferia industriale della città.
La galleria centrale è uno spazio caratterizzato dalle grandi capriate in acciaio della ex fabbrica appositamente restaurate, perimetrato da pareti vetrate e con percorsi e ponti trasparenti e sospesi che attraversano e collega lo spazio dove il perimetro vetrato esalta il gioco scenografico, moltiplica e riflette permeabilità e trasparenza.
Un progetto di riconversione, in chiave green, che prevede la realizzazione di 74 unità funzionali oltre ad un parcheggio multipiano, per una superficie complessiva di circa 27.000 mq, oltre agli spazi esterni destinati a verde, e rappresenta una significativa tappa per il recupero di una parte importante della città.
Location: Napoli, Italy
Architect: Vulcanica Architettura
Architect In Charge: Eduardo Borrelli, Marina Borrelli, Aldo di Chio
Structure: Interprogetti s.r.l.
Technical installations: Michael Bruno s.r.l.
Costruction: ing. Loy Donà e Brancaccio, Cittamoderna Project s.r.l., Sigeco s.r.l., Credendino Costruzioni s.p.a., Iter Gestioni e Appalti s.p.a.
Area: 27,000 mq
Cost: € 30 mil.
Year: 2013
Client: Aedifica s.r.l.