Ai piedi del Soumaya Museum, nel quartiere di Polanco a Mexico City, il Teatro Cervantes, progettato da Ensamble Studio, è una struttura completamente ipogea su più livelli con una grande sala per spettacoli.
Esternamente si presenta con una struttura metallica, denominata Dovela, che funge da elemento di grande percezione e di richiamo e si ispira ad uno dei più antichi monoliti della cività Mexica chiamato "Ollin Tonatiuhtlan" o “Sole del Movimento” per le sue iscrizioni che rimandano alla cosmogonia e ai culti solari messicani.
Il Dovela, in spagnolo è il termine che viene assegnato ai conci di pietra degli archi, è quindi un simbolo che rievoca la stessa funzione di connessione con il movimento del tempo con le ombre e le proiezioni solari che segnano, a livello del terreno, la rotazione del sole.
Allo stesso tempo il monolite garantisce una protezione dai raggi solari e dalla pioggia con una copertura ove ripararsi dagli elementi naturali acqua, luce e aria attraverso una struttura reticolare che acquisisce significati e riferimenti dalla storia locale, fonte di grande ispirazione nell’architettura contemporanea.
Una struttura che diviene una grande scultura ma che, pur nelle sue dimensioni notevoli, si configura come una massa leggera che galleggia nell’aria come una nuvola, ma è permeabile agli agenti atmosferici.
'Il Dovela cerca di raccogliere tutte le risonanze del mondo emergenti sopra di esso, per dare loro ordine,' dicono gli architetti di Ensamble Studio. “Si tratta di un oggetto matematico che permette agli elementi naturali (acqua, luce e aria) di influenzare la sua ultima configurazione.”
All’interno del terreno il teatro appare come la fine di una sequenza di spazi che si articolano per creare l’attesa e la fine di un movimento di un tempo che si è fermato in un luogo creato per la contemplazione.
La grande sala è disposta su due livelli, secondo e terzo sotto il livello del terreno, con galleria e palchi laterali e vi si accede da un doppio volume aperto al quale si accede tramite scale mobili.
Concettualmente il progetto crea un dialogo con gli edifici limitrofi caratterizzati da imponenti alzato, sia del museo che degli edifici adiacenti, e si contrappone in negativo con uno volume ricavato nel terreno che lascia libero lo spazio come possibile luogo di aggregazioni come fosse una piazza.
La costruzione iniziata nel 2007 è ora in fase di ultimazione, documentata dalle foto di Roland Halbe, e una volta terminato insieme al Soumaya Museum completerà uno dei principali fulcri culturali della città in un ex zona industriale riqualificata in uno dei quartieri più esclusivi di Mexico City.
Location: Mexico City, Mexico
Architect: Ensamble Studio
Chief Architect: Antón García- Abril
Associate Architect: Elena Pérez
Construction manager architect: Alba Cortés
Project Team: Débora Mesa, Joaquín Gallegos, Alba Beroiz, Jaime Alcayde, Cristina Moya, Juan Ruiz Antón, Tomaso Boano, Federico Letizia
Developer: SGAE – GRUPO CARSO
Project Management: INPROS
Construction Company: GRUPO PC
Structural Engineering: COLINAS DE BUEN
Area: 11,500 sqm
Photographs: Roland Halbe, Ensamble Studio